Come è noto, Il radon è un gas nobile radioattivo naturale.
È invisibile, inodore, incolore e insapore ed è un prodotto intermedio del decadimento di elementi radioattivi che si trovano nel suolo, nell’acqua e nei materiali da costruzione.
Poiché è un gas, il radon può facilmente uscire e accumularsi nell’aria, all’aperto si diluisce e si disperde, ma all’interno, in ambienti chiusi, si concentra soprattutto quando la ventilazione degli edifici non è sufficiente.
Il maggior contributo alla concentrazione di radon al chiuso proviene dal suolo, dal quale penetra all’interno degli edifici.
Se inalato, i suoi prodotti di decadimento possono accumularsi sulle cellule dell’epitelio bronchiale e possono dare origine a processi di cancerogenesi. Il radon è stato classificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel Gruppo 1 delle sostanze cancerogene per le quali vi è la massima evidenza di cancerogenicità.
Il 21 FEB 2024 è stato pubblicato il PIANO D’AZIONE PER IL RADON 2023-2032 (G.U. n. 43 – Supplemento Ordinario n. 10).
Il Piano, in conformità con le disposizioni normative nazionali e comunitarie contiene gli obiettivi per affrontare i rischi a lungo termine dell’esposizione al radon nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni.
Il Piano prende in considerazione una riduzione diffusa della concentrazione di radon negli edifici con concentrazione superiore ai 200 Bq/m3, dando la priorità a quelli che superano i 300 Bq/m3.
La Regione Piemonte, con DGR n. 61-6054, l’ARPA poi con il documento La mappa del radon in Piemonte, hanno individuato le aree geografiche in cui il rischio di esposizione è maggiore segnalando le Aree Prioritarie come quelle a più rilevanti e le Aree di Attenzione quelle a che lo sono meno, ma sempre a rischio.
Il Datore di Lavoro ha il compito di valutare tutti i rischi, compreso, ovviamente, l’esposizione a radon in particolare nei luoghi di lavoro sotterranei, semisotterranei o al piano terra secondo le norme citate.